Edizione 2008

PAOLA PASQUI

Ritratto dell’artista da sé medesima

(A portrait of the Artist as Herself on her own by the same self not the other
each other whenever however…d’altronde l’artista è poliglotta)

Paola Pasqui, artista livornese fra le più brevilinee che si ricordino, presenta il  suo nuovo spettacolo
‘’Lamùrsafésuffrir: nacqui esistenzialista ma però in Via Tonci’,
uno spettacolo che, passando per l’attualità,
unisce riferimenti letterari di rara raffinatezza a momenti autobiografici di rara ignoranza.

L’autrice, vero e proprio archetipo di poetessa maledetta, anzi, stramaledetta, crea di getto e per ispirazione:
è facile incontrarla su scogliere battute dai marosi e presso le più malfamate osterie (soprattutto presso queste ultime).

Paola nasce bambina obesa a Livorno il 25 luglio 1966, ma sarà solo nel 1996,
dopo 30 anni di vita neghittosa passata a bighellonare fra studi umanistici (e pertanto inutili ai fini della sussistenza)
e lavoretti micragnosi, che trova la sua vera strada come comica e cabarettista nella compagnia livornese Vertigo.
Ed è proprio nel 1996 che vince il premio “Gianni Lenci” come migliore attrice
per la commedia “Chissà chi ce l’ha” presentata dalla compagnia Vertigo
  nella Rassegna viareggina Teatroestate che vede la partecipazione di numerose compagnie italiane.

In questa commedia Paola tratteggia un’esilarante  figura bigotta e profondamente ipocrita,
(la razzistissima catechista Clelia Cavriaghi, lombarda purosangue),
che si eccita solo al pensiero di compiere”atti impuri” con l’onorevole  Pierferdinando Casini.
Tale successo rende Paola ancora più insopportabile di prima, accrescendo a dismisura la sua boria.

L’attività di Paola Pasqui prosegue in parallelo fra teatro e cabaret nel corso degli anni:
fra  i suoi personaggi ricordiamo la perfida Luana, maldicente all’ennesima potenza,
la figlia Yarika (già sorella di Yurika e Maicol), l’antenata Dina, vecchietta che porta malissimo,
l’inquietante  valletta dell’Est Ana Doxa, di morale non specchiatissima e con frequentazioni malavitose,
che coltiva il sogno di arrivare, come le tante vallette dell’Est che popolano la tv italiana,
a “Porta a porta” di Bruno Vespa , l’ospitalissimo siculo Rosalìo Glassato, un personaggio per il quale 
Paola recita ‘en travesti’, con la raccapricciante abitudine di candire gli ospiti in segno di amicizia,
e la tenera Nenia O’Connor, poetessa anglo-irlandese che parla per paradigmi di verbi irregolari inglesi
(Paola li sa tutti, ed è anche per questo che è una donna molto sola).

Nel 2006 vince il premio dell’A.N.P.I  di Livorno per la ‘DONNA DELLO SPETTACOLO 2006’.
Questo riconoscimento non la cambia: rimane la donna semplice di sempre,
comincia però a farsi vedere in giro con corona e scettro.

Paola apprezza tutte le manifestazioni artistiche dell’animo umano,
pur incontrando un po’ di difficoltà con la clownerie…peccato, perché l’aspetto fisico l’aiuterebbe..

Nel  2008 e 2009 partecipa in qualità di ospite fissa al fortunato talk show di Paolo Ruffini alla Goldonetta di Livorno riscuotendo unanimi consensi, soprattutto da parte dei parenti  di primo grado.

Il comico preferito: Corrado Guzzanti

Il maggior difetto: la ritenzione idrica

Il maggior pregio: il pollice opponibile

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